Alfonso Caccese iconografo
- Scritto da Alfonso Caccese
- Categoria: Cultura
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Alfonso è nato a Foggia, ma suo padre Antonio Caccese è nato e cresciuto a Montecalvo Irpino nel 1924 dove ha vissuto fino al 1955 quando per lavoro si è trasferito prima a Foggia e poi a Lucera. Incontra la signorina Carolina Fortunato e la sposa. Tre figli : Alfonso, Raffaele e Luigi. Alfonso studia a Foggia e Lucera ma nel 2004 si trasferisce a Roma per gli studi universatari e tutt'ora vive e lavora a Roma. Dopo aver frequentato il Pontificio Collegio Greco di Roma, si è laureato in psicologia presso l’Università La Sapienza di Roma. Ora è dottorando in patristica greca presso il Pontificio Istituto Orientale di Roma. Insegna religione cattolica al liceo. Dal 1977 dipinge icone bizantine, specie di scuola greca. Molte delle sue icone sono diffuse in chiese di Roma, Calabria (eparchia di Lungro), Sicilia (eparchia di Piana degli Albanesi), Puglia ed altro. Dal 1998 insegna come maestro iconografo ai corsi presso l’Abbazia di S.Maria di Pulsano (FG) e, dal 1998, presso il monastero benedettino di Montefiolo a Casperia (RI). E’ cofondatore dell’Associazione romana “IN NOVITATE RADIX”
La vita di San Pompilio è ora un film: Amerò sempre
- Scritto da Alfonso Caccese
- Categoria: Cultura
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Da un idea che sembrava irrealizzabile a pochi giorni dalla realizzazione finale del progetto, quasi un anno dalla scrittura alla sua messa in opera. Questi i tempi richiesti per la concretizzazione dell’idea fantastica del parroco di Montecalvo Irpino, Don Teodoro Rapuano, un film sulla vita di San Pompilio M.Pirrotti.Una idea senz’altro meritoria ma che già era stata studiata e progettata nel 2008 per iniziativa dell’allora assessore Nicola Serafino, coadiuvato dal Dottor Antonio Stiscia, trovarono il regista e lo sceneggiatore,contattarono le persone giuste, cercarono il coinvolgimento di personaggi di spicco dello spettacolo,predisposero un progetto,di cui il materiale è agli atti del Comune,ebbene, tutti quelli che avrebbero dovuto dire di sì,ammutolirono. Le autorità civili e religiose nicchiarono! Seguì il nulla fino ad oggi e questa è storia recente. Il film prende spunto da una espressione che il Santo Montecalvese usava spesso nelle sue omelie in tutto il suo peregrinare nei vari luoghi delle sue missioni “Amerò sempre” e ripercorre le tappe e i luoghi , dalla sua formazione spirituale alla tremenda prova delle sue missioni non sempre facili come ad esempio la sua
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Frammenti di storia: I Re Svevi
- Scritto da Redazione
- Categoria: Storia
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Con la morte di Guglielmo II° i regni di Sicilia passarono in successione - a Costanza normanna, che fu moglie dell’imperatore Errico VI° di Svevia. Vennero altri tempi - altri nomi — altre vicende. Le guerre di quei tempi per ricuperare i regni dotali, l’assedio di Napoli — la sua seconda venuta in Italia per il riacquisto dei regni medesimi - sono fatti che possiamo leggere nella storia generale.- Seguirono i tempi di Federico II° di Svevia, ma per la nostra terra- che rimaneva ancora nella terra beneventana, per mutar di tempi e di baroni, nulla o quasi, si era cambiato. Nel regno, i Feudi incominciarono ad essere ereditarii a tempo di Federico II° nel 1210 — dal quale fu pubblicata la Costituzione: Ut de successionibus - in cui si dichiara essere ereditari con l’investitura semplicemente. - A tempo di Carlo II° di Angiò, nel 1300 cominciarono ad essere ereditari sotto altra investitura, cioè per gli eredi discendenti dal legittimo corpo:Le aride cronache del nostro paese poco riportano di rilevante. Siamo sicuri che si viveva la vita di un paese feudale. Relativamente, era un centro notevole a causa dei rapporti che aveva con la vicina Ariano e dei contatti con Apice - Benevento - Buonalbergo - Corsano.
Tempo di vendemmia
- Scritto da Nicola Serafino
- Categoria: Tradizioni
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La provincia di Avellino, area di elezione della viti- enologia campana, rappresenta il territorio maggiormente interessato dai profondi processi di trasformazione e razionalizzazione che hanno coinvolto tutta la regione negli ultimi trent’anni.L’istituzione delle tre DOC, poi DOCG, oggi DOP, irpine da un lato ha esaltato la vocazionalità viticola di diverse zone provinciali come quella del Taurasi, del Greco di Tufo o del Fiano, d’altro ha ridotto notevolmente la variabilità genetica della vite; vecchi vigneti sono stati sacrificati per lasciare spazio a varietà di maggior reddito con una riduzione consistente del numero di vitigni minori. I dati riferibili agli ultimi 12 anni (20002012), evidenziano, infatti, un forte processo di riqualificazione dei vigneti: 1.439 ettari ricorrendo al finanziamento delle varie OCM, altri 500 ettari grazie ad interventi dei privati, nel complesso i 2/3 della viticoltura iscritta agli Albi.
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