- Scritto da Angelo Siciliano
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Il figlio, partigiano, |
Parlare di Giuseppe e Pietro Cristino, oggi, nell’epoca del crollo delle ideologie, dopo l’implosione dei regimi totalitari dell’Est europeo, ma anche di guerre sanguinose – basti pensare a quella del Golfo Persico e all’altra tra le nazioni dell’ex Iugoslavia – che sicuramente hanno trovato una concausa nel crollo del Muro di Berlino del 1989, che ha segnato la fine della guerra fredda e dei blocchi contrapposti, guidati dalla fine della seconda guerra mondiale rispettivamente da USA ed URSS, potrebbe anche significare andare ad indagare fatti, persone e vicende del Novecento, la cui storia, oltre che non sempre ripercorsa e chiarita adeguatamente e a sufficienza, ci appare distante anni luce. E proprio tale distanza consente che tanti personaggi di primo piano, che hanno fatto la storia civile e sociale del nostro paese, possano essere spesso posti in discussione per le scelte politiche fatte e per il loro operato nel secondo dopoguerra, in quanto hanno contribuito, seppure indirettamente, a quel sistema politico nazionale bloccato, rimasto senza alternativa. Si è parlato e si parla anche di democrazia incompiuta. La realtà è che per più di quaranta anni ci hanno governato più o meno le stesse persone, realizzando – caso unico tra i paesi occidentali – una sorta di “dittatura” in democrazia, che ha determinato conseguenze assai gravi: invecchiamento e inefficienza delle Istituzioni pubbliche; alcuni fenomeni gravi di collusione tra politica e criminalità organizzata; intere regioni alla mercé di mafia, ‘ndrangheta o camorra che insanguinano il Sud sostituendosi allo Stato come se questo avesse rinunciato alle proprie funzioni; malcostume diffuso della pratica del pizzo e della bustarella per cui, sempre più spesso, la cronaca nera è ricca di casi di burocrati e amministratori locali divenuti essi stessi, in prima persona, i gestori del malaffare. |
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- Scritto da Amministratore
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COMBATTIMENTI DI SEROBETÌ E DI AGORDAT PRESA DI CASSALA
Il 21 Novembre 1888, con il grado di Tenente del 1° reggimento Cacciatori del corpo speciale d'Africa, partiva per la campagna d'Africa il nostro concittadino Vincenzo Lo Casale. Nato a Montecalvo Irpino il 12 ottobre 1856 da Luigi e da Sanità Diomira, aveva preso in moglie, l'8 marzo 1897, la Signora Clelia Zanetti.
In Africa, prese parte alle campagne del 1888 -89 - 90, distinguendosi per eroicità e valorosità. Il 4 febbraio 1894, veniva decorato con la medaglia di bronzo al valor militare per il combattimento di Agordat, dove si distinse per impeto e coraggio,quando verso la metà del dicembre del 1893 circa diecimila Dervisci mossero da Cassala verso Agordat e giunsero in vista di quel forte il 21 di quel mese, fermandosi tra i villaggi di Algheden e Sabderat. A fronteggiarli corse il colonnello ARIMONDI, governatore interinale della colonia in assenza del generale BARATIERI allora in Italia; aveva a sua disposizione il battaglione Fadda, il battaglione Galliano, lo squadrone Asmara (cap. FLAMORIN), lo squadrone Cheren (cap. CARCHIDIO), la batteria Ciccodicola, la batteria Bianchini e la banda del Barca del tenente MIANI; in complesso 42 ufficiali, 32 uomini di truppa italiana, 2106 ascari, 213 cavalli e 8 cannoni, oltre la compagnia Persico con le bande dell'Acchelè-Guzai, in marcia verso Agordat. Comandante in seconda era il ten. col. CORTESE. Verso il mezzogiorno del 21
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- Scritto da Alfonso Caccese
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Sfilata di cittadini Montecalvesi per l'elezione del conterraneo Caccese Francesco a deputato del Regio Parlamento Italiano |
Montecalvo Irpino 31 marzo 1929 Elezione del conterraneo Caccese Francesco a deputato del Regio Parlamento Italiano Infine nel 1929, anno prettamente politico, il regime dittatoriale fascista anche per il successo ottenuto con i "Patti Lateranensi" (11-2-1929) raggiunse una solidità che a molti sembrò indistruttibile. Tutto venne inquadrato dal partito: sindacati, dopolavoro, Opera Nazionale Balilla ecc. A Gorizia si ebbero le elezioni alla Camera dei deputati del dott. ing. Francesco Caccese ed al Senato dell'avv. Francesco Marani. Venne inoltre inaugurata la nuova e la prima casa italiana del Balilla, il campo sportivo del "Littorio" (1 E contemporaneamente iniziati gli studi ed i progetti, mai attuati, per il restaurodel velodromo.) ed alla presenza del principe di Piemonte, il monumento ai Caduti del Parco della Rimembranza, progettato dall'arch. Del Debbio. |
- Scritto da Redazione
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Montecalvo e il Volontariato
Nel marzo 1985 nasce dall’iniziativa di alcuni amici, che si fanno promotori dell’idea, l’APAMI (Associazione Pubblica Assistenza di Protezione Civile Montecalvo Irpino). E, questa dell’APAMI, un’idea che viene subito bene accolta dalla popolazione di Montecalvo, fino a diventare iniziativa popolare. Ne è di riprova il numero dei soci effettivi e contribuenti che si è più che raddoppiato dalla data di costituzione ad oggi, anche a fronte di una quota di iscrizione annuale superiore a quella delle altre associazioni di Montecalvo, segno evidente, insieme alla varietà di età dei soci, che vanno dai 18 ai 70 anni, che esisteva un problema e che I’APAMI era la risposta giusta. Questa associazione ha come compito statutario la solidarietà verso tutti i componenti la comunità di Montecalvo lrpino, ed ha deciso di praticare questa solidarietà nel settore dell’assistenza in caso di infortuni o in caso di calamità naturali attraverso i mezzi a sua disposizione. E un’associazione giovane, però, grazie alla donazione di un’ambulanza dai colleghi della Pubblica assistenza di Camogli attraverso la Federazione delle Pubbliche Assistenze e la donazione di materiale per gruppaggio dell’AVIS di Benevento, ma soprattutto grazie alla generosità degli abitanti di Montecalvo, è anche la più ricca in termini materiali, e in particolare è l’associazione con il più ampio spettro di attività sociali da svolgere e di potenzialità da esprimere, non an cora, purtroppo, sfruttate.Pur a pochi anni dalla sua nascita, può però vantare già dei risultati conseguiti nel campo della prevenzione verso i rischi dovuti a calamità naturali attraverso la realizzazione per conto dei Comune di Montecalvo Irpino del Progetto Mercurio per il censimento nazionale in aiuto ai cittadini di Montecalvo.Ogni associazione è un fiore all’occhiello della comunità dove sorge, perché è testimonianza dell’attivismo dei cittadini che la compongono, e I’APAMI in specifico per i suoi fini statutari e per la, purtroppo, carenza di simili associazioni nei comuni limitrofi, Io è per Montecalvo in modo particolare, perché proietta attraverso un discorso di solidarietà questa comunità a livello provinciale.
- Scritto da Angelo Siciliano
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EPIGRAFE PER GIUSEPPE CRISTINO
Tu lo sapevi come pochi Gli ideali grata mercede Nel cinquantenario del sacrificio dalla terra di Spagna ormai democrazia non ci tornano ceneri ma la tua coerenza morale da tempo chiede d’essere nostra. Angelo Siciliano - Montecalvo Irpino 20 Agosto 1991 |
- Scritto da Redazione
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Presentato in data 11 novembre 2002; annunciato nella seduta ant. n. 274 del 12 novembre 2002.
Onorevoli Senatori
La proposta di istituzione della provincia della Baronia-Calore-Alta Irpinia, con capoluogo Ariano Irpino, nella regione Campania, risponde ad una esigenza di rivitalizzazione e valorizzazione economica e culturale di un’area che, nel corso degli ultimi anni, pur presentando notevoli potenzialità, ha subito un preoccupante processo di emarginazione politica e depauperamento demografico.
L’area che si propone per la costituzione della nuova provincia, per distacco dalla provincia di Avellino, si estende per 1532,86 Kmq e conta 132.645 abitanti, distribuiti in 43 comuni.
Della costituenda provincia, in definitiva, faranno parte i comuni delle comunità montane dell’Ufita e dell’Alta Irpinia e quelli ad esse interconnessi o adiacenti.
A questi comuni potrebbero aggiungersi, per naturale convenienza geografica e affinità sociale e culturale, i comuni di Ginestra degli Schiavoni, Castelfranco in Miscano e Buonalbergo, attualmente facenti parte della provincia di Benevento, e i comuni di Anzano, Panni, Accadia, Monteleone di Puglia, Celle San Vito, Faeto e Orsara, attualmente facenti parte della provincia di Foggia, per un totale – al 2001 – di 15.163 abitanti. Il numero degli abitanti della costituenda nuova provincia non raggiunge i 200.000 previsti dalla legge, ma sul problema si possono fare tre osservazioni:
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