«La Sekoma Di Montecalvo Irpino Prima Banca Del Civico Monte Frumentario» 

Quattordicesima e ultima parte

La panificazione quotidiana rappresentava la conclusione del ciclo che sotto la protezione mariana prendeva il via l’otto settembre di ogni anno. Di qui, a Montecalvo, lo stesso giorno, i festeggiamenti in onore della madonna dell’abbondanza, chiara trasposizione cristiana della dea Cerere e tipico sigillo onomastico legato alla nascita stessa, in tutta Italia, dei pii monti di pietà al cui novero è da inserire la prima banca montecalvese. La sacralità del raccolto, alla cui qualità e “abbondanza” era affidata la possibilità di trascorrere un anno tranquillo, richiedeva alla popolazione un impegno straordinario. Oltre a soddisfare le esigenze più strettamente agricole, infatti, essa avrebbe dovuto invocare con convinzione l’aiuto divino per un raccolto copioso di frutti. Ecco quindi il forte culto alla dea Cerere, già kerres per i sanniti e, finalmente, alla madonna venerata, appunto, con il titolo dell’abbondanza o dell’«annona», che tanta parte ha avuto nelle vicende della storia agricola e religiosa di Montecalvo ove, oltre alla celeberrima immagine della misteriosa statua di casa Pirrotti , era rappresentata mentre regge spighe di grano.

E a sottolineare lo stretto connubio tra soddisfazione di bisogni primari e religiosità, lo statuto comunale redatto il 21 settembre 1829 reitera, nell’articolo 59, la data dell’otto settembre, festa liturgica della madonna dell’abbondanza, quale giorno di promulgazione del prezzo del grano:

«[…] art. 59 - le voci o siano i prezzi del grano, dell’orzo, dell’avena, del granone, e del musto, saranno fatti dal sindaco, e decurionato, e promulgati i prezzi del grano, orzo, ed avena in ogni otto settembre […]».

lo stesso statuto, nell’interdire il lavoro nei giorni festivi, all’articolo 23 porta ad esempio solo le attività legate alla molitura e panificazione:

«[…] la fatica qualunque, benché minima, è interdetta a vetturini, molinari, fornai, e chicchessia in tutti quelli giorni dell’anno, che sua santità ha ristretti, e destinati per culto divino».

La corrispondenza terminologica fra «monte frumentario» e «abbondanza», o «annona», fu comune, in Italia, a tutti i luoghi ove si svilupparono le opere assistenziali legate a tali istituzioni.

Il cosiddetto decreto della balìa, del 28 gennaio 1579, consentì al monte dei paschi di Siena di assumere, nel 1580, il servizio di «esattoria dell’ufficio dell’abbondanza» per la riscossione del 5% del valore del grano accertato presso i fornai senesi.

Con tale operazione il monte pio confermò il suo ruolo di banca pubblica.

Per concludere, riporto l’attenzione sull’emblema dei tre monti con cui è magnificato il nostro manufatto ricordandone la doppia rappresentazione e il verosimile doppio significato:

Nella rappresentanza del consesso civico, simbolo dell’intera comunità;

Nell’accezione di solidale soccorso, testimonianza dell’antica «banca» del monte frumentario.

Tale interpretazione ci conforta nell’idea che sul grano e sulla solidarietà si siano rafforzate, nel xvi secolo, le basi comunitarie della collettività montecalvese.

Fonte

Giovanni Bosco Maria Cavalletti

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