La provincia di Avellino, area di elezione della viti- enologia campana, rappresenta il territorio maggiormente interessato dai profondi processi di trasformazione e razionalizzazione che hanno coinvolto tutta la regione negli ultimi trent’anni.L’istituzione delle tre DOC, poi DOCG, oggi DOP, irpine da un lato ha esaltato la vocazionalità viticola di diverse zone provinciali come quella del Taurasi, del Greco di Tufo o del Fiano, d’altro ha ridotto notevolmente la variabilità genetica della vite; vecchi vigneti sono stati sacrificati per lasciare spazio a varietà di maggior reddito con una riduzione consistente del numero di vitigni minori. I dati riferibili agli ultimi 12 anni (2000­2012), evidenziano, infatti, un forte processo di riqualificazione dei vigneti: 1.439 ettari ricorrendo al finanziamento delle varie OCM, altri 500 ettari grazie ad interventi dei privati, nel complesso i 2/3 della viticoltura iscritta agli Albi.

La nostra zona ha come peculiarità la vocazione viticola di un antico tipo di vino il “Turchinese”e montecalvo ricade nella zona doc irpinia. Anche quest'anno il turchinese ha dimostrato di resistere al pessimo andamento climatico rispetto ai vitigni riconosciuti e qualificati, il tutto a riconferma del perchè nella storia dei tempi i nostri antenati hanno coltivato su quest'area sempre ed esclusivamente vitigni di varietà "turchinese" riconosciuto vitigno storico insieme al bianco "sinese".. a conferma della storicità la regione campania ha pubblicato nel marzo 2013 note e riconoscimenti al turchinese di Montecalvo Irpino. Questo vitigno che ha rappresentato la storia ,l'arte e la vita delle cantine tufacee del nostro centro storico dei nostri nonni che nel mese di ottobre di ogni anno si adoperavano a pigiare e schiacciare i grappoli delle uve dei campi ben esposti al sole e coltivati in terreni sciolti in modo che il vino fosse di colore rosso rubino e un pò frizzantino. Il ricordo di quei giorni vissuti come una grande festa in tutte le case , un occasione di incontri e di scambio di aiuto e di cortesie, e poi come era buono bere il mosto sotto " lu pisaturu" mentre spruzzava a seguito di pigiatura prima a piedi e poi con il tempo con macchine pigiatrice con una manopola ruotante. Be in questa tradizione si è basata la conoscenza e l’ambizione di rilanciare un territorio con una delle più antiche tradizioni locali la vendemmia e il vino "Turchinese". Oggi il vino per in nostro territorio può essere un progetto ambizioso ma può essere uno dei pochi progetti che potrà permettere di ripartire con un identità propria, il vino cosi come è stato concepito nel nostro territorio e come un certificato di residenza , cioè appartiene al luogo dove nasce e dove vive e ogni luogo e diverso dall'altro con identità propria ed e' proprio questa CARATTERISTICA che ne identifica esclusività e la particolarità unica nel suo genere e quindi la diversità e l'unicità può ed è il motore per uno sviluppo socio-economico del territorio. L'armonia della vendemmia e nei carri del vino , e l'importanza della vendemmia e di tutto ciò che rappresenta per il territorio. Si spera che i giovani di oggi invece di fare la festa della birra d'estate capiscono e riscoprono la festa del vino nel mese di ottobre, tramite la conoscenza e la preparazione dei vitigni, della vendemmia e del vino.

 

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