Il 15 agosto è una data ormai storica per i Montecalvesi. Dai primi anni '70 ogni anno si rinnova quello che può definirsi un vero e proprio rito: la sagra dei cicatielli. Il termine “cicatielli” non è un semplice equivalente in dialetto montecalvese di quelli che sono i cavatelli molisani o pugliesi.Il cicatiello (Cicatieddru) di Montecalvo ha delle caratteristiche proprie che lo distinguono non solo da questi, ma anche dai “cicatielli” delle zone limitrofe. Si può dire, infatti, che il cicatiello fa parte della comune tradizione gastronomica irpina, essendo un tipo di pasta povero composto da due soli ingredienti, la farina e l’acqua. Ma ciò che distingue i cicatielli di ciascuna zona è il tipo di lavorazione: in particolare, risalente è la disputa su come questa pasta debba essere “cavata” o “cicata”, cioè su come l’impasto di acqua e farina di grano duro, una volta lavorato, debba essere inciso con le dita.

 In alcuni paesi i cicatielli vengono “cavati” utilizzando solo due dita (l’indice e il medio), mentre a Montecalvo (questa una delle peculiarità) la cavatura avviene anche usando tre dita (indice, medio e anulare). Le origini di questo tipo di pasta si avvolgono di mito come per ogni buona tradizione che si rispetti. Ma sono rispecchiate nel condimento della pasta con un ragù di carne, oggi normalmente preparato con le “braciole” (ma in tempi più remoti con un ragù di piccioni ripieni) e una spolverata di pecorino o ricotta salata a completare il piatto o con i “ruocchili” (i broccoli). Dal 15 agosto del 1974 la sagra è evento centrale dell’estate per tutti i montecalvesi, ma anche per i “forestieri”, che tornano nella propria terra d’origine e per chi abita nelle zone vicine. Nel corso degli anni, l’evento è diventato l’occasione per promuovere i molti altri prodotti genuini e tipici delle zone dell’Irpinia, in particolare il pane di Montecalvo, annoverato tra i prodotti tipici nazionali cui è andato il riconoscimento della Denominazione d’origine protetta. Ma oltre al recupero e al mantenimento delle tradizioni culinarie, la Sagra dei cicatielli da sempre rappresenta l’evento in cui si fa rivivere il folklore montecalvese grazie a tarantelle e a canti che raccontano di un’antica quotidianità, in cui le protagoniste erano pacchiane e cafoni (le donne e gli uomini di una volta). E anche quest’anno, la Festa del Cicatiello non potrà che rappresentare il cuore dell’estate montecalvese.

Lavorazione

Sulla spianatoia (tavulillo) impastare la farina con un po' d'acqua. Lavorare l'impasto in maniera che risulti piuttosto sodo e metterlo a riposare per una mezz'oretta in luogo chiuso. Formare con la pasta dei bastoncini (cingoli), tagliarli in pezzetti lunghi 3 o 4 centimetri, farne degli gnocchetti e renderli cavi (cicarli) premendo su di essi con i polpastrelli di tre dita. Condire i cicatielli con un ragù di carne povera (braciole, puntine di maiale, ecc,) e una spolverata di formaggio (consigliato il pecorino o la ricotta salata).

Foto: Antonio Cavotta

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