Ariano: Il Lapidarium di Aequum Tuticum
- Scritto da Fonte: Irpinia Oggi.it
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Completato questa mattina il trasferimento e la collocazione del “Lapidario” dell'antica Aequum Tuticum presso il Castello Normanno di Ariano Irpino all'interno della Villa comunale, ora si passerà alla fase di pulitura e restauro delle pietre e alla realizzazione delle didascalie esplicative per completare l'esposizione permanente. Circa 40 i reperti ai quali si sono aggiunte tre epigrafi mai catalogate, provenienti da San Donato. L'operazione nasce grazie ad un accordo tra l'Assessorato alla Cultura del Comune di Ariano che ha sollecitato il trasferimento e la Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno, Avellino, Benevento, Caserta, che ha ritenuto idonei gli spazi della verde Villa comunale per custodire ed esporre il Lapidarium. I reperti, provenienti soprattutto dalla necropoli monumentale, sono stati posizionati in parte all'interno del Castello e in parte all'esterno, nei pressi dell'ingresso al Museo della Civiltà Normanna, dando vita ad un magnifico “giardino archeologico”.
Ricordo di mio padre Silvestro Siciliano
- Scritto da Angelo Siciliano
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La Sekoma di Montecalvo Irpino - dodicesima parte
- Scritto da Amministratore
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Nonostante il ruolo squisitamente civico, il monte frumentario rimaneva, nella percezione sociale e collettiva, un sicuro punto di riferimento nel panorama assistenziale locale. La stessa legislazione del regno, del resto, a partire dalla commissione per gli ospizi voluta nel 1806 da Giuseppe Bonaparte come organismo di riferimento per i cosiddetti «luoghi pii laicali», divenuta, con la restaurazione borbonica, «consiglio generale degli ospizi», annoverava i monti frumentari tra gli stabilimenti di beneficenza i cui controlli erano alla stessa commissione demandati.
Il consiglio generale degli ospizi aveva ereditato le attribuzioni del vescovo in fatto di controllo sulla gestione dei luoghi pii con facoltà di conferma degli amministratori del monte frumentario.
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Gli ultimi abitanti del Trappeto
- Scritto da Angelo Siciliano
- Categoria: Cultura
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Il Trappeto perse la sua identità etnica, non tanto per l’emigrazione di molti suoi giovani, ma a causa del terremoto del 1962, che comportò la ricostruzione delle case delle famiglie che vi abitavano, in nuove e lontane aree edificabili indicate dall’amministrazione comunale. Così, quell’abbandono, anche se case, grotte e cantine rimasero agibili per lungo tempo, ha determinato negli anni l’inizio di crolli sparsi di edifici, che fa paventare in tempi non lunghi la sua sparizione come agglomerato urbano. Forse si salveranno i tracciati delle strade e resteranno qui e là cumuli di macerie, “li mmurrécini”, e le grotte, enormi cavità orbitali vuote invase da alberi e sterpaglie. Guardando gli altri paesi, non si capisce se a Montecalvo si sarebbero potute fare scelte diverse. Ariano Irpino, dopo i terremoti, ha sempre dato la priorità al recupero degli edifici storici e poi anche alle case della parte vecchia della città.
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